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centuripe simeto escursione al ponte romano di houel

 

 

Il terzo ponte romano sul Simeto (Ponte di Centuripe?) Si trova ad ovest dell’attuale corso del Fiume Simeto e a sud del moderno ponte denominato “Ponte Barca di Biancavilla”.

 Il prof. Giovanni Uggeri lo inserisce nel suo elenco di ponti romani e ne trascrive le descrizioni di Jean Houel (circa 1770) e di Ignazio, V principe di Biscari (1779), che riferiscono di un ponte a sei o sette archi, già allora in buona parte sepolto sotto terra.

 Houel spiega che poté constatare che il corso del Simeto, dall’epoca romana alla fine del Settecento, si era spostato verso est, per cui “la sua estremità orientale (del ponte) tocca oggi la riva occidentale del fiume”. Evidentemente il Simeto ha subito dal Settecento ad oggi un ulteriore consistente spostamento ancora verso est.

Attualmente si vedono quattro grossi segmenti allineati da O-NO a E-SE, della larghezza di circa 3 metri e della lunghezza di 6 – 8 metri ciascuno, non più perfettamente in asse. Essi poggiano su un’area pianeggiante, alluvionale, e non si intravedono parti di arco, che potrebbero essere affondati sotto terra.

La struttura è in massima parte un calcestruzzo di malta che lega piccoli pezzi di pietra lavica, ma, in una zona più limitata, gli inserti sono costituiti da spezzoni di laterizi. Si riscontrano poi dei paramenti realizzati con laterizi di grande dimensione, dello spessore di 5 - 6 cm e della larghezza di cm 50 .

Nel segmento più ad ovest si intravede una superficie regolare su cui poteva essere ancorato lo strato finale in lastroni di pietra lavica che costituiva il piano di scorrimento per i carri. Uno di questi lastroni si scorge a terra. Guardando dal ponte in direzione O-NO si vede Centuripe e si intuisce quale poteva essere il tragitto che collegava il ponte alla cittadina (una trazzera ancora esistente al tempo di von Schmettau).

 La direzione opposta, E-SE, punta a metà tra S. Maria di Licodia e Paternò e quest’ultima città poteva essere raggiunta con una piega del percorso verso sud, attorno alla prominenza di Rocca Bianco ma, essendo le aree coltivate ad agrumeto, i lavori agricoli eseguiti al momento dell’impianto hanno cancellato la possibilità di individuare con certezza il tracciato.

A sud di questo ipotetico percorso la carta segna un Fondaco Raisa, che, però, potrebbe essere legato ad una viabilità più recente. Il prof. Uggeri colloca il “Ponte di Centuripe” su una diramazione della Via Termini – Enna – Centuripe – Catania, che si distaccava da Centuripe in direzione nord-est per raggiungere Adrano, ma questa ubicazione avrebbe senso se i resti del ponte si trovassero in Contrada Barcavecchia, ai piedi della ripida costa che delimita l’altipiano dove sorgono Adrano e Biancavilla, mentre il ponte si trova più a sud.

I soci della Sede di Centuripe identificano questo ponte con quello raffigurato da Jean Houel in due dei suoi famosi acquarelli (tav. CLVII e CLVIII), e descritto in un testo dove viene chiamato “Ponte di Centorbi” o “di Centuripe”. Il sottoscritto concorda con tale identificazione, non foss’altro per la vista, nella tav. CLVIII, della ripida costa precedentemente citata. SiciliAntica propone l’acquisizione da parte del Comune di Centuripe del lotto di terreno su cui sorgono i resti. Successivamente sarebbe possibile eseguire una campagna di scavi, con i volontari dell’Associazione, così come fatto altre volte e come è in programma per l’estate 2008 per gli scavi al Castello di Agira.

Giambattista Condorelli

SiciliAntica

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